Dove eravamo rimasti? Molti mi hanno scritto per chiedermi se fossi defunta ?! Per me è stato un meraviglioso spunto di riflessione che mi ha portata a scrivere un articolo sulla mirra: scopriamone insieme oggi il perché!
“Se potessi rivederti tra un anno farei tanti gomitoli di mesi. Se l’attesa fosse di secoli li conterei sulla mano. E se sapessi che finita questa vita, la mia e la tua proseguiranno insieme, getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l’eternità.” (Emily Dickinson)
**Mirra: che cosa è?**
La Mirra, così come l’incenso, è una resina profumatissima dalla quale può anche essere estratto un ottimo olio essenziale. Questo prodotto si ricava da un albero del genere Commiphora mhyrra o C. molmol (famiglia Burseraceae), estraendone la linfa per mezzo di alcune piccole incisioni apportate sul tronco della pianta. Può essere ottenuta da due piccoli alberi, uno nativo delle regioni aride e rocciose dell’Africa nordorientale, e l’altro della penisola arabica.
Questa resina una volta fatta essiccare assume un aspetto gommoso e può essere bruciata in un incensiere o in apposti fornelletti o distillata in corrente di vapore per ricavarne il pregiatissimo olio.
Un pò di storia…
La Mirra è uno dei profumi più importanti che ci viene tramandato dai tempi antichi. È menzionato 11 volte nella Bibbia, più di qualsiasi altro profumo. Il nome di questa resina deriva dall’ebraico, mor (Heb. מוֹר, mor) una parola che fa riferimento al tipico sapore amaro (mar, “amaro”). La radice è comune alle varie lingue semitiche, da dove è stata trasferita al greco Μύῥῥα e al latino mirra.
L’essudato resinoso è stato raccolto dalla preistoria e descritto in testi antichi, tuttavia la prima descrizione moderna dell’albero avvenne nel 1822 da un viaggiatore nella regione di Tehama (che significa “inferno”) dell’Oman.
Dire che questa resina era “molto pregiata” nel mondo antico non trasmette appieno la riverenza rivolta alla mirra. Il Vicino Oriente antico considerava la mirra uno dei tre aromatici sacri (nardo e incenso sono gli altri due) utilizzati principalmente nelle pratiche spirituali e religiose. Il valore della mirra era spesso superiore al suo peso in oro.
Gli antichi egizi, che lo chiamavano punt o phun, vedevano la mirra come le lacrime del loro dio sole/cielo Horus, figlio di Iside e Osiride, ed importarono grandi quantità di mirra a partire dal 3000 a.C. circa, includendola nella miscela del loro sacro incenso Kyphi. La mirra è stata inoltre già da loro utilizzata nelle preparazioni cutanee per promuovere una carnagione giovane proteggendo la pelle dalle intemperie e riducendo le rughe.
Gli Ebrei incorporarono la mirra nel loro olio sacro per l’unzione e nella miscela di incenso del tempio Ketoret. Utilizzarono anche mirra infusa nel vino per aumentare gli stati di coscienza ed entrare in trance meditativa. Si ritiene che la mirra sia stata presente sia alla nascita (portata dai Magi) che alla morte di Gesù.
Nell’olio di unzione crismale della tradizione cristiana ortodossa orientale, la mirra era l’ingrediente principale per i sacramenti della cresima (battesimo nello Spirito Santo) e dell’unzione (rito di consacrazione o guarigione).
Anche la chiesa cattolica romana usava la mirra nel loro incenso e, nel Medioevo, la chiesa aveva sviluppato il significato simbolico della mirra come rappresentazione del sacrificio e della penitenza, nonché della purificazione e della conservazione della carne.
Nelle culture antiche, le donne erboriste-profumiere che lavoravano in palazzi e corporazioni preparavano sia incenso sacro che profumi secolari. La mirra era una parte regolare di queste preparazioni, che poteva assumere la forma di acque aromatiche, infusi a base di olio o vino ad alto contenuto alcolico.
In ambito medico, le iscrizioni sumere mostrano che la mirra era usata per trattare i vermi intestinali e veniva applicata localmente a denti e gengive.
Dioscoride, il medico greco, suggerì l’uso della mirra per la tosse, così come le infezioni degli occhi, dei denti e della bocca. La mirra è stata inclusa nelle preparazioni romane Mendesium, un linimento per i muscoli doloranti, e Murra, un profumo usato anche come tonico per capelli e detergente per la pelle.
Il papiro egiziano di Ebers (circa 1500 aC) nota che la mirra, insieme all’incenso, era usata per curare ferite e piaghe della pelle e come parte dell’unguento imbalsamante usato nella mummificazione per conservare i corpi e veniva bruciata nei templi come offerta verso gli dei. É qui che troviamo la massima espressione della mirra e del suo utilizzo come porta di accesso all’eternità.
L’albero eterno dell’Antico Egitto…
Noto è l’albero di Mirra di Luxor, in Egitto, che risale all’antico regno della regina Hatshepsut (ricordate di quando ve ne ho parlato? Potete rinfrescare la memoria ritornando all’articolo). Questo reperto è riuscito ad arrivare sino ai giorni nostri nonostante i tentativi di cancellare le prove dell’esistenza di questo regno. Nel tempio mortuario di Hatshepsut sul Nilo, un antico ceppo appassito di questa pianta sfida l’inesorabile sole egiziano, e resta ancora in piedi come testimonianza dell’influenza e dell’abilità politica della donna reale.
Presumibilmente, questo albero di mirra risale a una delle tante spedizioni commissionate da Hatshepsut circa 3.500 anni fa. Secondo la narrazione, l’albero è stato riportato da una delle delegazioni marittime del monarca a Punt, che è descritto come una terra sul Mar Rosso (molto probabilmente l’attuale Somalia e altre parti del Corno d’Africa). La mirra fu poi piantata accanto al grande tempio mortuario di Hatshepsut, chiamato anche Djeser-Djeseru, che si traduce in “Santo dei Santi”.
Caratteristiche della mirra.
L’olio essenziale di mirra, estratto per distillazione, presenta sequisterpeni, monoterpenoli ed ossidi sequisterpenici. L’olio è oggi prodotto principalmente dai paesi della fascia mediterranea. Presenta un colore che può variare dalla tonalità del giallo al marrone ambrato.
L’odore di questa sostanza è dolce e legnoso, per tale motivo oggi è utilizzata soprattutto in profumeria in paesi come la Francia ed il Belgio.
Proprietà.
La mirra si può trovare ad uso terapeutico sotto forma di tintura 1:5 in alcol 90% in associazione con la ratania (mirra tintura 50%, ratania tintura 50%) ed è utilizzata per curare le afte e ulcerazioni della bocca sia pura, da mettere delicatamente sulle piaghe oppure con acqua per risciacquare la bocca. Tale preparato presente in Farmacopea, possiede attività analgesica e attività antimicrobica nei confronti di batteri come E. coli, S. aureus, P. aeruginosa, e C. albicans. Esercita inoltre un’elevata attività antiinfiammatoria e contiene un triterpene più potente dell’idrocortisone e per tale motivo può essere impiegato in presenza di artrite per dare sollievo a muscoli ed articolazioni.
Gli studi effettuati hanno evidenziato che i sesquiterpeni estratti dalla mirra hanno effetto antibatterico, antimicotico ed analgesico, il che giustificherebbe il suo utilizzo storico come disinfettante e conservante.
Dalla distillazione della mirra si ricava un olio essenziale, da taluni ritenuto un rimedio per diversi problemi fisici, soprattutto se inerenti all’apparato digerente. Da oltre 3000 anni è infatti utilizzata come disinfettante delle vie intestinali, nell’imbalsamazione e anche come conservante per cibi rapidamente deperibili.
Potenzialità dell’olio essenziale di mirra.
L’olio essenziale di mirra come già anticipato è un antinfettivo intestinale, un vermifugo e un antivirale (può essere applicato in caso di diarree, gastroenteriti, epatiti o dissenterie).
É indicato contro gengiviti e stomatiti (infiammazioni della mucosa orale).
Risulta efficace anche come antinfiammatorio ed immunostimolante, trova buon impiego in caso di sinusiti e raffreddori ma anche in caso di Asma, bronchite, catarro, tosse, infezioni gengivali, gengivite, ulcerazioni del cavo orale. mal di gola, afonia.
A livello dermatologico la sua azione antisettica e cicatrizzante può essere sfruttata per curare le piaghe, le ulcere, gli ascessi, l’eczema, la psoriasi, l’acne. Da non sottovalutare l’enorme potenziale anti-age, insieme all’incenso l’olio essenziale di mirra risulta un utile alleato per contrastare le rughe e l’avvizzimento della pelle!
A livello endocrino regolarizza e modera i disturbi a carico delle ghiandole ormonali, si rende utile in caso di ipertiroidismo o disturbi della libido (è anafrodisiaco).
Sul piano emotivo e psichico, è profondamente rilassante, utile in caso di stress o angoscia. Può essere consigliato per i problemi di enuresi, spesso collegate a componenti di origine psicologica.
Come ricordato all’inizio dell’articolo la mirra fa parte delle “sostanze sacre“, favorisce la meditazione facendone uso per inalazione.
Utilizzo della mirra.
Ad uso esterno è possibile applicarla localmente sulla pelle, diluendone il 20% in un olio vegetale, 2 volte al giorno per 7 giorni.
Per utilizzarlo via olfattiva o per inalazione è possibile inserirlo in un diffusore per essenze, in un brucia essenze, applicandone qualche goccia su un fazzoletto, annusando dal flaconcino o applicando un paio di gocce sulla mano inalare previa sfregamento direttamente da esse.
Iolanda Baccarini, classe 1980, skin care addicted. Curiosa, ama leggere e scrivere e celare in ogni articolo metafore. Adora tutto ciò che è insolitamente bello, guardando oltre l’apparenza e l’immagine: l’anima, l’essenza e la sostanza. Ribelle, testarda e sovversiva di natura: segno zodiacale Capricorno, ascendente? Leone naturalmente!