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La leggenda del mandorlo: cosa non si fa per amore…

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L’olio di mandorle è presente in moltissimi preparati cosmetici, come allora non portarvi a conoscenza di una romantica ed antica favola proveniente dal Portogallo? Eccovi oggi la storia di un dono prezioso, la leggenda del mandorlo…

“Nessun regalo è troppo piccolo da donare, e nemmeno troppo semplice da ricevere, se è scelto con giudizio e dato con amore.” (Franz Kafka)

Da dove proviene la leggenda del mandorlo?

La fiaba che sto per raccontarvi proviene dalla regione dell’Algarve, in Portogallo. Una bellissima terra ubicata nell’area meridionale, posta sulla costa ed affacciata sull’Atlantico.

Rinomata per le sue spiaggie con sabbie finissime ed acque limpide e cristalline, in realtà non è solo piacere per gli occhi per i panorami costieri, ma anche per le fasce di terra ricoperte dagli alberi che fioriscono in primavera, primi tra tutti quelli di Prunus Amigdalus. Ed è proprio da queste terre che giunge la leggenda del mandorlo…

Radici, lontananza e malinconia…

Come ogni favola che si rispetti anche la leggenda del mandorlo ha la sua parte triste: quale? Scopriamolo insieme!

La leggenda narra di un giovane principe appartenente alla dinastia dei Mori,  Ibn-Almundim. Ai tempi l’area dell’Algarve era identificata come Al Garb e il ragazzo di tutte le terre della regione ne governava la capitale, Silves.

Il moro Ibn conobbe lungo i suoi viaggi e spostamenti un’affascinante e bellissima principessa nordica dalla bianca e luminosa pelle, Gilda (non quel tipo di gilda, care amiche nerd ?).

A colpo di fulmine avvenuto, senza troppi giri di parole e senza porsi troppe domande, il futuro sovrano decise di portare con sè la giovane nelle calde terre del sud.

Terminato l’entusiasmo iniziale, iniziò per la principessa un lungo periodo di inconsolabile tristezza: sradicata dalle proprie bianche, innevate e fredde terre, lontana da amici e familiari venne avvolta da una fortissima malinconia, perdendo completamente il suo luminoso e bianco sorriso.

La difficoltà aguzza l’ingegno: ecco come nasce la leggenda del mandorlo.

Il principe Ibn iniziò così a preoccuparsi e a disperarsi per la sua Gilda: non poteva accettare di vederla sempre meno radiosa e continuava a chiedersi che cosa potesse fare per poterla nuovamente vedere spensierata e felice. Il moro non poteva abbandonare i propri doveri governativi e lasciare le sue terre, ma non poteva neanche vedere la persona a cui teneva maggiormente al mondo spegnersi di giorno in giorno.

Fortunatamente il ragazzo tra le tante qualità di cui era dotato aveva pazienza, capacità di ascolto, acutezza, intelligenza, intuito ed una enorme creatività. Proprio grazie a questi preziosi ed innati talenti trovò una soluzione a cui nessuno avrebbe mai pensato…

Se Maometto non si reca alla montagna, la montagna si reca da Maometto…

Nessun detto potrebbe calzare meglio a questa storia: Gilda non poteva tornare se non per sporadici e brevi periodi nelle terre natie, ma gli scorci delle bellissime bianche terre del nord e del cielo dominato dai fiocchi di neve poteva essere portato in Al Garb.

E come, direte voi? Beh, ovviamente Ibn non possedeva doti magiche e non era in grado di riprodurre le condizioni meteo delle regioni nordiche, ma poteva creare dei panorami che potessero in parte richiamare visivamente i paesaggi innevati.

Ordinò pertanto che migliaia di mandorli venissero piantati attorno al castello e in tutti i campi che lo circondavano. Fu così che ad ogni fioritura i mandorli dell’Algarve iniziarono a perdita d’occhio a ricoprire tutte le colline circostanti, realizzando una magica illusione di prati bianchi di neve e la caduta dei candidi fiocchi (i petali bianchi).

La leggenda del mandorlo: un lieto fine… D’effetto!

Non ci sono fuochi d’artificio ma comunque un effetto ottico e visivo di tutto rispetto a concludere questa leggenda. Un finale dove ovviamente la principessa ritorna a sorridere, i due futuri regnanti come in tutte le favole vivono felici e contenti ed il paesaggio si arricchisce di una particolare, bianca e delicata atmosfera con il benestare di tutti i sudditi!

Ma soprattutto è nella leggenda del mandorlo che scopriamo che spesso è il dono più semplice ma comunque più pensato e ricercato a scaldare il cuore delle persone che amiamo. ?

Conoscevate questa leggenda? Vi è mai capitato di ricevere un dono sempice ma comunque denso di significato? Cosa ne pensate dell’idea creativa di Ibn, vi piacerebbe che qualcuno facesse qualcosa di simile per voi o vi creerebbe imbarazzo? Siamo tutte curiose di scoprirlo, lasciateci un messaggio!

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