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Freya: la bellezza nordica.

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Dopo avervi già decantato le proprietà del Tiglio, oggi vi voglio raccontare la storia della dea a cui questo bellissimo fiore viene associato: l’indomabile dea scandinava Freya (o Freyja).

Nessuno stato, nessuna chiesa, nessun interesse costituito ha mai voluto che le persone avessero anime forti, perché una persona con una solida energia spirituale sarà inevitabilmente un ribelle.” (Osho)

Chi era Freya?

Freya (in norreno Freyja,“Signora”) è una delle dee più preminenti della mitologia norrena. È un membro della tribù di divinità Vanir, ma è diventata un membro onorario degli dei Aesir dopo la guerra tra i due gruppi di divinità. 

Suo padre è Njordl il dio del mare. Sua madre è sconosciuta, ma si ipotizza possa essere Nerthus, la dea scandinava associabile a Madre Terra. Freyr è suo fratello.

Freya, come suo fratello, era la personificazione della bellezza e dell’amore. Non solo, ma proprio come Freyr, veniva spesso rappresentata con un aspetto selvaggio, silvestre: indossava un abito composto di fiori o a tessuto verde, sempre circondata da animali.

Suo marito, chiamato Odr nella tarda letteratura norrena, non è altro che Odino e, di conseguenza, Freya ne è in definitiva la moglie (Frigg).

Una bellezza tipicamente nordica.

Freya aveva un aspetto bellissimo: occhi e carnagione chiara ed un volto adornato da lunghissimi capelli dorati. Per questo motivo, oltre ad essere considerata la dea della bellezza, era spesso associata all’oro che troviamo non solo nelle cuciture e ricami dei suoi vestiti ma anche nelle sue lacrime.

Generalmente ritratta con abiti verde foresta, ed una bellissima collana che le adorna collo e decolletè. Amante della natura e degli animali, per questo spesso ritratta insieme a loro.

Dal costume insolito, caratterizzato da un vestito lungo e stretto, una coppia di manicotti staccati dal vestito e stivali che salgono fino alle ginocchia, Freya porta spesso sulla testa una mitra verde e bianca, circondata da un bordo in oro. Possiede inoltre un mantello di piume di falco che le permette di volare fra i mondi.

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Freya: la leggenda.

Tradizionalmente, Freya era la figlia del dio Njord di Vanir e ha vissuto fra i Vanir nello Joutenheim per la prima parte della sua vita. Tuttavia, tutto questo cambiò con l’inizio della prima guerra fra Aesir e Vanir (le due tribù di deità norrene). Njord lasciò i Vanir dopo la guerra e andò ad Asgard per offrire i suoi bambini, Freya e Freyr, come ostaggi agli Aesir in modo che la guerra non venisse continuata.


Col tempo Freya divenne una divinità ed acquisì potere, indossando il manto di dea della vita e della morte. Dirige le Valkyrie nella raccolta delle anime dei guerrieri morti spartendoseli con Odin. Coloro che vengono raccolti dalla dea vengono portati nel Fólkvangr (“campo dell’ospite”) accedendo ad una sorta di beatitudine, gli altri vengono portati da Odino al Valhalla (una sorta di sala marziale, dove vengono posti a giudizio e puniti).

Nonostante i due diversi compiti, le due divinità hanno come principale obbiettivo la conservazione del mondo e secondo le leggende quando la fine dei tempi verrà si troveranno a combattere insieme.

Vi sono diverse versioni di come Freyja abbia ottenuto i propri poteri, ma in molte fonti emerge che la dea per farlo si sia recata una notte nel regno dei nani Alfrigg, Berling, Grerr e Dvalin. Questo perchè i nani avevano realizzato una collana non solo bellissima, ma anche magica. Era la più bella collana che Freyja avesse mai visto e la volle più di ogni altra cosa mai voluta prima di allora. A questo punto la divinità inizia a contrattare con i quattro nani che di fatto desideravano soltanto una cosa: che ciascuno la avesse per una notte. Questa è secondo la leggenda l’unica volta in cui Freya si è sottomessa ai desideri altrui (di spirito guerriero, ribelle ed indomito, era di fatto impossibile piegarla al proprio volere).

Anche in questa parte della leggenda vi sono due diverse versioni di che cosa accade dopo: nella prima le viene rubata la collana e viene riportato ad Odino l’accaduto, lui infuriato impone a Freya come prezzo da pagare per vedere reso il monile quello di portare gli esseri umani in uno stato perenne di guerra. Nella seconda versione Od fugge per un giorno e la dea nel cercarlo versa ovunque lacrime di ambra e di oro.


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Simbologia ed iconografia.

Freya a volte è vista come dea di fertilità, altre come dea di ricchezze, le cui lacrime sono oro e le cui figlie sono oggetti preziosi. Famosa per la sua passione per l’amore, la fertilità, la bellezza e i beni materiali raffinati e, a causa di queste predilezioni è malvista nella tribù di divinità Vanir.

Freya è generalmente raffigurata per il proprio mantello con un falco, con i propri gatti (Freya ha due gatti alati che trainano il suo carro, le leggende narrano che dopo sette anni gli animali venissero liberati e trasformati in streghe), con le farfalle, i cinghiali ed i cavalli neri (a seguito della demonizzazione di Freya con l’avvento del cristianesimo).

Freya: la rappresentazione di una donna dal temperamento forte.

Le leggende che ruotano attorno alla dea Freya sono innumerevoli, ed è difficile in poco spazio poterle riportare tutte. Quello che si può dire di questo personaggio fantastico è che si tratta di una trasposizione in leggenda di una donna dal carattere forte ed indomito.

La dea ha la forza della volontà di un comandante, una forte autostima ed un senso della propria identità che le permette di sostenere e rafforzare il suo volere. Di mente veloce e intelligente, Freya possiede un alto grado di ostinazione e una sicurezza tale dal condurla ad ignorare i suggerimenti altrui. Questa divinità è disposta a combattere fino alla morte e a distruggere chiunque abbia minacciato la sua casa e la sua famiglia. Tutto ciò la rende molto spietata verso il nemico e verso chiunque ella veda come una minaccia.

Dinamica, impulsiva, altamente estroversa. Appassionata ogni qualvolta si deve immolare per una giusta causa, tendenzialmente aggressiva. Sempre in azione e presente sul campo di battaglia, necessita di continue sfide in cui lanciarsi, si annoia facilmente, poco centrata ed equilibrata, impaziente ma al tempo stesso molto coraggiosa.

Insomma: una dea che rappresenta una donna non convenzionale, una spina nel fianco a molti. Come non venerarla?

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